Perché si torna a investire nell’immobiliare? In Italia viviamo un periodo di incertezza, con un futuro ancora volatile e incerto, ma dovuto alla politica e non ai fondamentali dell’economia, che restano tutto sommato buoni. In un momento in cui lo spread continua a salire, conviene investire nella buona e vecchia casa, sia come necessità personale che come investimento economico. Si pensi che a consuntivo del primo semestre 2018, gli investimenti nell’immobiliare stimati sono di circa 3,2 miliardi di euro, pari al 2,6% del mercato europeo. Gli investitori stranieri continuano a trainare il mercato italiano con una quota del 67% degli investimenti totali (Market Report “Commercial Real Estate in Italy – H1 2018” realizzato da Engel & Völkers in collaborazione con la Società di studi economici Nomisma).
Proprio l’incertezza (non solo italiana) sui mercati finanziari allarga la riflessione sull’impiego dei soldi nel settore immobiliare. In un momento in cui le borse sono altalenanti e lo spread sale, investire nella casa diventa la scelta più sicura da fare, data la (quasi) certezza di rivenderlo sempre ad un prezzo maggiore in un momento successivo. Inoltre, si pensi che le case in legno hanno lo stesso valore delle case in muratura in caso di vendita o di donazione agli eredi? La risposta è positiva. Da un punto di vista fiscale, le case in legno hanno lo stesso valore in quanto perfettamente equiparate con gli edifici tradizionali, in caso di vendita, successione, donazione, etc. Infine, si consideri che secondo il sito immobiliare.it (qui il link), “Gli edifici energivori saranno meno appetibili e diventeranno sempre più difficili da vendere; già oggi le case efficienti hanno tempi di vendita più brevi (-18% rispetto a immobili oltre la classe D) e valgono di più (+12% del prezzo richiesto). Mentre L’UE ha richiesto a tutti i Paesi membri che entro il 2020 vengano costruiti solo edifici a energia quasi zero, riqualificare diventerà un imperativo categorico per gli edifici già esistenti”.